“Se mi lasci ti cancello” è un film che risponde in modo originale a una domanda che tutti noi, almeno una volta, ci siamo fatti nella vita: sarebbe meglio cancellare dalla memoria le esperienze più dolorose, per evitare di soffrire?
Un incontro improvviso
Joel si sveglia la mattina del giorno di San Valentino con le idee molto confuse ed un irrefrenabile, quanto improvviso, desiderio di fare una gita al mare.
Decide di assecondare questo impulso e si ritrova, senza sapere bene il perché, su di una spiaggia deserta. Lì incontra Clementine, una ragazza eccentrica ed esuberante, mentre lui, Joel, è un tipo sognatore e un po’ timido. Ne nasce una conversazione un po’ surreale, che sembra il preludio ad una storia d’amore.
Ci sono, però, alcuni dettagli che non quadrano; sembrerebbe quasi che i due si siano già conosciuti…e in effetti le cose stanno così. Joel e Clementine erano una coppia, una coppia molto innamorata; la loro relazione era intensa, ma anche molto tesa e burrascosa, a causa dei loro caratteri così fortemente diversi.
Cancellare i ricordi
Al termine dell’ennesimo litigio Clementine decide di rivolgersi ad un medico che riesce, attraverso un procedimento denominato “Lacuna”, a cancellare dalla mente i ricordi indesiderati; la ragazza decide di far rimuovere dai suoi ricordi tutti quelli relativi alla propria relazione con Joel.
Quando Joel viene a saperlo, preso dalla rabbia e dall’amarezza, decide di fare altrettanto e di essere sottoposto al medesimo trattamento. Ma le cose non vanno secondo le aspettative: la mente di Joel non vuole saperne di cancellare il ricordo di Clementine…
E’ meglio dimenticare?
Il film non dà risposte, ma sollecita delle domande; i personaggi, sia i due principali, sia quelli secondari (il medico che ha ideato il trattamento e i suoi tre assistenti) si ritrovano a fare i conti con loro stessi, lacerati tra il bisogno di lasciarsi alle spalle esperienze dolorose o complicate, e il bisogno di portare con sé i propri ricordi.
Proprio i ricordi sono, in definitiva, il tema portante della storia raccontata: possono essere considerati non solo come una zavorra che appesantisce e causa sofferenza, ma anche come un bagaglio unico di esperienze, tristi e belle nello stesso tempo, comunque insostituibili.