3 libri (a sfondo psicologico) per la pausa estiva

3 libri (a sfondo psicologico) per la pausa estiva

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D’estate possiamo ritagliarci più tempo per le nostre passioni e, se la lettura rappresenta per voi un piacere così come lo è per me, vi suggerisco alcuni spunti.

Si tratta di tre libri letti quest’anno, che affrontano, ciascuno da un punto di vista assai diverso dagli altri, i temi dell’identità individuale e di coppia, del benessere psicologico e della psicoterapia

Da psicoterapeuta non posso fare a meno di essere affascinata (e qualche volta contrariata) da come i risvolti psicologici della vita  vengono narrati nei libri; ho particolarmente amato il modo di raccontare di questi autori, che declinano in modo originale ed interessante l’umanità e la complessità delle relazioni con le quali il mio lavoro mi fa incontrare ogni giorno.

1. Ascoltate il matrimonio

“Ascoltate il matrimonio” di John Jay Osborn

Gretchen e Steve decidono di intraprendere una terapia di coppia, nella speranza di poter uscire dalla crisi matrimoniale in cui si trovano.

Essere giovani, benestanti e di successo non sembra averli messi al riparo dalle insidie che stanno facendo scricchiolare la loro relazione, nonostante la presenza di due figli ancora piccoli. Appaiono incapaci di comunicare tra loro e l’unico modo in cui riescono dirsi delle cose è lo scontro, uno scontro costante per le questioni più banali. Si feriscono a vicenda, si tradiscono, continuando a comportarsi come se tutto ciò che di spiacevole e doloroso sta succedendo al loro legame non fosse poi così importante.

Sandy, la loro terapeuta, li accompagna in un percorso di consapevolezza che non sarà indolore, ma che darà i sui frutti. La consulente di coppia assiste agli scontri, propone mediazioni, e, nel corso della narrazione, ascoltiamo non solo i suoi interventi nel susseguirsi delle sedute, ma anche i suoi pensieri, la sua voce fuori campo che commenta tra sé e sé ciò che sta accadendo.

«Ti senti in trappola» disse Sandy. «Ma è una trappola in cui ti sei ficcata da sola. Perché? Buone maniere? Non vuoi ferire i sentimenti di nessuno? Devi smetterla, Gretchen. Basta compiacere gli altri. Se vuoi avere un vero matrimonio, devi smettere di accontentare le persone».

Leggete questo libro per i suoi dialoghi pungenti e verosimili; si intuisce che lo scrittore conosce queste situazioni da vicino, perché alla base di questo romanzo (che non è autobiografico in senso stretto) c’è una sua personale esperienza di vita: un percorso di terapia di coppia durato quattro anni.

2. L’opposto di me stessa

“L’opposto di me stessa” di Meg Mason 

Martha Friel ha appena compiuto quarant’anni; è una donna affascinante, una scrittrice affermata dalla penna tagliente, ma la sua vita, che è sempre stata sull’orlo di un metaforico precipizio, sembra scivolare su binari ogni giorno più incerti. Suo marito, col quale si conosce fin dall’infanzia, ha deciso di lasciarla.

La carriera professionale è a un bivio, la sua disfunzionale famiglia d’origine le riserva di frequente interazioni e scambi emotivi non propriamente benevoli, ma a tenere banco più di tutto è il malessere generato da una malattia psichica senza nome. Da quando aveva solo diciassette anni  questo malessere aveva fatto la sua comparsa come “una bomba che ti esplode nel cervello”, e niente era più stato come prima.

Tutto è insieme rotto, incasinato e completamente a posto. Ecco com’è la vita. Sono solo le proporzioni che cambiano. Di solito, da sole. Appena pensi che è così, che sarà così per sempre, cambiano di nuovo.

Nell’arco della narrazione, ricca, nonostante il tema che potrebbe sembrare cupo, di grande humor e di dialoghi brillanti, si susseguono colpi di scena che ricalcano gli alti e i bassi interiori della protagonista. 

Il malessere che la mette alla prova non riceve un’etichetta; una diagnosi conclamata non viene mai svelata al lettore, ma solo, in corso d’opera, alla diretta interessata, per la quale, finalmente, i tasselli sembrano allinearsi, facendole comprendere il senso di quello che le accade. Disturbo borderline? Disturbo bipolare? Non lo sappiamo, la malattia misteriosa viene indicata con un segno grafico, un trattino, senza nominarla.

Nessuno immaginerebbe che per la maggior parte della mia vita adulta, e per tutta la durata del mio matrimonio, io abbia cercato di diventare l’opposto di me stessa.

Forse, più che l’etichetta è importante il vissuto di accettazione e di consapevolezza che aiuta Martha a prendere, poco alla volta, le redini della sua vita,  una vita profondamente imperfetta e profondamente bella nella sua unicità.

3. Una vita degna di essere vissuta

“Una vita degna di essere vissuta” di Marsha Linehan

La dottoressa Marsha Linehan è un’autorità indiscussa della psicologia clinica a livello internazionale, nota ed ammirata da tutti i professionisti della salute mentale. Ha elaborato un protocollo di intervento per il disturbo borderline di personalità, la Dialectical Behavioural Therapy, che è diventato il trattamento d’elezione per l’efficacia dimostrata sul campo rispetto a questo tipo di disturbi.

Gli addetti ai lavori e gli appassionati di psicologia potranno approfondire dalla viva voce della sua creatrice come il protocollo DBT sia stato messo a punto, ripercorrendo il percorso di studi, di intuizioni e di paziente verifica sull’efficacia dei trattamenti; questo libro, però, non è rivolto solo a loro.

In realtà, i semi del protocollo della DBT sono stati piantati nel 1961, quando a diciotto anni, sono stata internata qui, all’Istitute of Living.

Quello che molti non sanno (e che io stessa ignoravo prima della lettura) è che Marsha è stata lei stessa paziente, affetta da una malattia mentale che l’ha tormentata sin dagli anni, molto difficili, della sua adolescenza. Contrariamente alle aspettative di chi, a causa delle spiccate tendenze autolesioniste e dell’ideazione suicidaria, la considerava senza speranza, Marsha non solo è riuscita a venir fuori da suo personale inferno, ma ha saputo indicare agli altri la strada.

Ho fatto molte cose difficili nella mia vita, la più importante delle quali è stata quella di dover fare i conti con un del tutto inaspettato , completo e devastante crollo di me stessa – di chi ero nel mondo- del quale tra poco avrete un’idea.

Anche questo, come gli altri due, è un libro ironico, perché Marsha, oltre ad essere una donna estremamente intelligente, è una persona di spirito e, nel raccontarsi, ci mostra come prenderci cura della nostra vulnerabilità con il sorriso, senza, tuttavia, cedere alla tentazione di minimizzare. Prende sul serio il proprio malessere, imparando ad accettarlo ed a comprenderlo, ma non si indentifica nella sua malattia.

Passo dopo passo impara a ritagliarsi il proprio posto nel mondo e  a costruire “una vita degna di essere vissuta”, concedendosi di essere l’incredibile persona che è, invece della persona che, a causa di condizionamenti familiari e di costanti incomprensioni sperimentate negli anni della crescita, credeva di dover essere per poter ricevere il riconoscimento e l’accettazione di cui ognuno di noi ha bisogno per sentirsi completo.

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