Diventare adulti: cosa vuol dire?

Diventare adulti: cosa vuol dire?

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Diventare adulti non è solo una questione legata all’età anagrafica. Che vuol dire essere adulti? Avere raggiunto una “certa età”? Vivere per conto proprio? Avere conquistato l’indipendenza economica e la stabilità affettiva? Viviamo in una società in cui molte scelte di vita non sono più definitive o scontate come apparivano un tempo; mancano, forse, delle tappe e dei riti che sanciscono il passaggio, almeno sul piano formale, all’età adulta.

Trovare un lavoro stabile non è affatto facile; trovare un/una partner per la vita non è l’unica forma possibile di relazione appagante, né è un obbligo, o, almeno, non dovrebbe esserlo, mettere al mondo dei figli. In un quadro così mutevole non sono più gli obblighi sociali a definire il nostro status di persona adulta. Cosa ci fa affermare, quindi, di essere “diventati grandi”?

Mi imbatto spesso, nel mio lavoro di psicologa, in persone di varia età alla ricerca di un’identità che faticano a mettere a fuoco; trovare il nostro posto nel mondo è una sfida che ci accomuna tutti e che si protrae per tutto l’arco della nostra vita. Secondo me abbiamo un’opportunità preziosa, che non va sprecata: chiarire a noi stessi qual è il nostro modo di stare al mondo, non necessariamente lo stesso dei modelli che abbiamo avuto.

Capire che idea di adulto abbiamo

Dato che siamo liberi di scegliere che direzione dare alla nostra vita poniamo a noi stessi/e, per prima cosa, una domanda fondamentale: che adulto voglio essere? Non importa se siamo appena usciti dall’adolescenza o se abbiamo un età più matura; si tratta di una domanda utile ad ogni età per capire qual è l’idea di adulto che abbiamo in mente.

Abbiamo tutti un’idea di quello che vuol dire “diventare grandi” ed è importante conoscerla, perché influenza le nostre azioni. Sia quando aderiamo a questa idea, ricavata dall’educazione che abbiamo ricevuto e dalle nostre esperienze, sia quando la rifiutiamo, facendo l’esatto contrario, ne subiamo il condizionamento.

Abbracciare il cambiamento

Essere adulti non vuol dire che la nostra vita rimarrà stabile e noiosa. La vita è fatta di movimento, noi stessi cambiamo ogni giorno, trasformandoci in relazione a quanto ci accade. Rifiutarci di crescere ci condanna all’immobilità esistenziale, la stessa immobilità che vorremmo evitare inseguendo un’adolescenza illusoria che non esiste.

L’importante è essere protagonisti attivi del nostro processo di crescita; se so cosa voglio davvero realizzare nella mia vita non mi limito a subire il passare del tempo, ma mi pongo l’obiettivo di dare un senso alle mie giornate, un senso che vada oltre il tenersi a galla.

Imparare a scegliere

Sognare è bellissimo, una vita senza sogni e desideri è grigia e monocorde. E’ importante, però, non correre il rischio di perdersi nei sogni, senza mai impegnarsi per trasformarli in realtà. In alcuni casi le persone sembrano preferire non realizzare mai i propri progetti, perché concretizzare un sogno significa a rinunciare a mille altri che sono nel cassetto. La realtà ha dei limiti oggettivi ed è importante che definiamo le nostre priorità. Di cosa ci importa davvero? Se non facciamo questa scelta, per quanto difficile essa sia, rischiamo di non realizzare mai nessun desiderio, ritrovandoci con niente in mano, per la smania di voler avere tutto.

Assumerci la responsabilità delle nostre scelte

Siamo davvero liberi quando ci assumiamo la responsabilità delle nostre scelte. Sicuramente avremo subito delle pressioni e dei condizionamenti; detto questo, se continuiamo, per tutta la vita, a prendercela con gli altri per quello che ci accade, siano essi i genitori o la società, ci mettiamo nella condizione di essere sempre vittima degli eventi e del nostro passato. Essere adulti significa riconoscere che, qualunque cosa sia accaduta, ora sta a noi decidere che direzione dare alla nostra vita.

Non sto assolutamente dicendo che sia sbagliato essere arrabbiati se ci è successo qualcosa che sentiamo ci limita ancora oggi nelle nostre azioni; suggerisco solo di non rimanere prigionieri della rabbia per sempre, trasformandola, senza accorgercene, in un alibi che maschera la nostra mancanza di coraggio. Riconosciamo a noi stessi le risorse che abbiamo e facciamo ogni giorno qualcosa, anche molto piccola, che ci faccia dire che stiamo vivendo la vita che desideriamo.

Questo articolo ha 5 commenti

  1. Chiara

    Bellissimo articolo, molto interessante e profondo.
    Proprio in questi giorni, alla soglia dei 50 anni, mi domandavo come definire l’essere adulti e sono arrivata alle sue stesse conclusioni.
    Grazie per averlo condiviso!!!

  2. Andrea

    Io sono alla soglia dei 40, sono arrivato single, con un sogno professionale distrutto e un lavoro precario. I miei coetanei sono spariti, chiusi nel guscio delle loro relazioni, è difficile fare nuove conoscenze e trovare una partner. Mi sento adulto ma immerso in una dimensione di stanchezza e sfiducia in una società nichilista e materialista. Difficile rispondere alla domanda:”Che adulto voglio essere” ed essere felici, quando ciò può voler significare stare fuori dal gregge come è capitato a me.

    1. Enzo

      Ciao Andrea, prova a immaginare di costruirti il
      tuo gregge senza più appartenere a un gregge condotto da altri. Questo, mi permetto, è
      un punto di svolta. Non importa se la comunità che saprai creare intorno a te sarà grande o piccola, importa che risuoni con quello che nel profondo hai nel cuore. “La società” continuerà per la sua strada, ma tu avrai trovato la tua. Con stima e fiducia, Enzo.

  3. stelladc

    Pensavo che essere adulti volesse dire ammettere i propri errori, ma ora capisco che questo non è sufficiente.
    A volte è difficile dimostrare a noi stessi e agli altri che siamo adulti e responsabili

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