Quel che resta del giorno

Quel che resta del giorno

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Qual è la vita che abbiamo sempre sognato per noi? Cosa ci rende davvero felici?

L’annuncio del Nobel per la letteratura 2017 allo scrittore giapponese Kazuo Ishiguro mi ha fatto tornare in mente uno dei suoi romanzi più famosi, “Quel che resta del giorno”. Ne è stato tratto anche un bel film con Anthony Hopkins nel ruolo del protagonista.

Il maggiordomo Stevens decide di fare un viaggio in macchina; è da tanti anni che non si prende una vacanza, anche se il viaggio di Stevens non è fine a se stesso: vuole andare a trovare Miss Kenton, che, tanti anni prima, era stata governante a Darlington Hall, la tenuta di campagna inglese, proprietà di un ricco lord, in cui Stevens presta ormai servizio da decenni, come suo padre prima di lui.

Durante il viaggio l’uomo ha l’occasione, uscendo dalla sua routine quotidiana, di ripensare al passato e alla sua vita, personale e professionale. Lui è sempre stato un maggiordomo impeccabile, dedito al suo lavoro che considera come una missione.

Doveri e lavoro prima di tutto

Non si è mai permesso di pensare ad altro che ai suoi doveri, come suo padre gli aveva insegnato.

Il padre è stato il protagonista di uno degli episodi più emblematici nella vita di Stevens: il maggiordomo non aveva avuto modo di essere al capezzale del padre malato e in fin di vita perché, in quelle stesse ore, aveva dovuto organizzare, per conto del suo padrone, un importante ricevimento. Assentarsi  non era possibile, non era pensabile.

Per un professionista del suo livello i doveri venivano sempre prima di tutto, come il padre stesso non aveva mai mancato di ricordargli; prima anche della propria vita personale.

Meglio non farsi distrarre da nulla, anche se si è incontrato qualcuno di importantemiss Kenton, con cui c’è feeling, stima, valori comuni. Quando miss Kenton comprende che da parte di Stevens non riceverà mai altro se non stima decide di lasciare il proprio posto di lavoro per poi sposare un altro uomo. Questo senza che Stevens faccia assolutamente nulla per trattenerla.

L’attesa di un incontro

Cosa succederà ora che, dopo tutti questi anni, i due si rivedranno? Stevens spera che, forse, lei accetterà di tornare a lavorare alla tenuta; lo spera solo perché sente il bisogno, ora che il datore di lavoro è cambiato -il lord è morto e la proprietà è stata acquistata da un ricco americano- di tornare ad avere la collaborazione professionale di una persona molto valida. Questo è quello che dice a se stesso.

E lei? Cosa le sarà successo, in tutti questi anni? Come sarà il loro incontro? Tornerà? Non lo sveliamo, per chi non ha letto il libro o non ha visto il film che ne è stato tratto.

Cogliere le occasioni

Questo romanzo aiuta a riflettere sull’importanza di cogliere le occasioni che la vita ci mette davanti prima che sia troppo tardi; di chiederci se la vita che stiamo vivendo sia quella che vogliamo veramente, se l’abbiamo scelta davvero noi o se ci siamo limitati a percorrere un cammino tracciato da altri.

Stevens afferma che

Un uomo può considerarsi veramente soddisfatto solo quando sa di aver servito appieno il suo padrone“.

Quali sono i “padroni” che serviamo, che ci fanno mettere da parte i nostri desideri? Di cosa siamo schiavi, senza accorgercene?

Questo articolo ha 2 commenti

  1. Francesca

    E esattamente come mi sento…ormai a 45 anni

    1. Dott.ssa Annalisa Bertuzzi foto bio
      Annalisa Bertuzzi

      Non è ancora tardi per avere la vita che desidera 😉

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