Stiamo vivendo giorni difficili in cui tutti i nostri ritmi quotidiani sono saltati; questo ci mette nella necessità di tollerare l’incertezza. Siamo in grado di accettare di non avere il controllo di ciò che ci succede? Questo vale per l’emergenza Covid-19 in atto come per qualunque tipo di imprevisto che abbia il potere di mettere in crisi i nostri punti fermi.
La paura di perdere il controllo è, di frequente, alla base di molti stati d’ansia. Se ciò è valido in condizioni di vita standard lo è ancora di più nella situazione in cui ci troviamo ora: siamo costretti a rinunciare a buona parte delle abitudini cui di solito ci aggrappiamo per rassicurarci, per tenerci occupati e rendere proficue le nostre giornate.
Il tempo non strutturato, libero non per scelta ma per costrizione, può essere fonte di notevole disagio per chi, come molti di noi, è abituato a vivere giorni costantemente scadenzati da impegni, spostamenti, contatti sociali. A questo proposito Zygmunt Bauman, sociologo e attento studioso dei comportamenti umani, scriveva, in tempi non sospetti, che:
Sfuggire all’incertezza
L’incertezza è l’habitat naturale della vita umana, sebbene la speranza di sfuggire ad essa sia il motore delle attività umane. Sfuggire all’incertezza è un ingrediente fondamentale, o almeno il tacito presupposto, di qualsiasi immagine composita della felicità.
E’ naturale, di conseguenza, il senso di smarrimento che dilaga in molti di noi. Come possiamo sfuggire all’incertezza ora che è diventata protagonista indiscussa del nostro presente? L’habitat naturale della vita umana, l’incertezza, si è ripreso un ruolo centrale, complice l’emergenza sanitaria in atto. I punti di riferimento e i ritmi di vita validi fino all’altro ieri oggi sembrano non esserlo più.
Da dove ripartire?
Io propongo di ripartire dalla consapevolezza che l’incertezza c’è sempre, nascosta dietro tutti i rituali, personali e sociali, che normalmente mettiamo in atto per tenerla a bada. Davvero pensavamo di averla eliminata dalle nostre vite?
E’ un’ospite scomoda, che si presenta senza essere stata invitata per ricordarci che il controllo che ci illudiamo di esercitare sulla realtà è solo apparente; il disorientamento che proviamo è, di certo, accompagnato da sentimenti di sfiducia, ma ci aiuta anche a liberarci dell’idea, infondata, di essere “padroni” di ogni cosa che ci succede.
Come possiamo utilizzare questa consapevolezza in modo costruttivo? Possiamo passare dall’illusione del controllo al recuperare, su basi differenti, il senso di essere protagonisti del nostre vite e del nostro tempo.
Tornare protagonisti
La routine che viviamo è apparentemente rassicurante, ma ci priva, senza che ce ne accorgiamo, di dare un’impronta più originale alle nostre giornate. Come schegge impazzite rincorriamo il tempo per stare dietro a mille incombenze, nello sforzo costante di essere efficienti e di dare il massimo.
Davvero questo vuol dire essere protagonisti della nostra vita? O non ci rende, invece, schiavi di ritmi che non ci appartengono nel profondo? Se riusciamo ad andare oltre l’iniziale, più che giustificato, senso di disorientamento, potremmo utilizzare questa situazione come un’opportunità imprevista di creare nuovi ritmi, o per prenderci, finalmente, una pausa.
Possiamo chiederci se il modo in cui viviamo solitamente ci rispecchia oppure no. In tempi standard questa domanda non arriva, spesso, a sfiorare la nostra coscienza, presi come siamo dalla necessità di essere sempre sul pezzo. Il tempo della riflessione è un lusso che non possiamo concederci facilmente. Questo è il momento più propizio.
Spazio alle passioni
Possiamo ritagliarci momenti per fare le cose che non abbiamo mai il tempo di fare, come spesso amiamo raccontare a noi stessi. Ora che questo tempo c’è, sarebbe davvero un peccato lasciarsi sfuggire quest’occasione imprevista, sprecando le nostre giornate a rimuginare o, peggio, ad agitarci ad ogni nuovo aggiornamento sull’emergenza sanitaria in atto.
Cominciamo con il dare spazio alle nostre passioni, recuperando quel libro o quel film ci avevano incuriosito, quella serie TV che avevamo in lista da tempo. Riscopriamo il gusto di fare qualsiasi cosa ci piaccia fare, che sia disegnare o dipingere, cucinare, darci al bricolage, scrivere, ascoltare musica o fare musica.
Mai sottovalutare la portata rinnovatrice della creatività, che può dare una sana scossa alle nostre vite spesso stagnanti, assopite su binari predefiniti. Potremmo riscoprire parti di noi che abbiamo a lungo trascurato.
Curare il corpo
Sappiamo prenderci cura di noi stessi? Ora abbiamo il tempo per curare il nostro corpo, che spesso sconta il fatto che gli chiediamo molto senza dare, in cambio, spazio ai suoi bisogni, i nostri bisogni. Possiamo, ad esempio, recuperare un rapporto più piacevole col cibo. Quante volte finiamo con il mangiare quello che ci capita, in pause pranzo schiacciate tra un impegno e l’altro? Ora possiamo riappropriarci del tempo e anche della qualità dei pasti.
Possiamo anche riscoprire il gusto del movimento; non è necessario andare in palestra per farlo. Possiamo concederci uno spazio giornaliero anche minimo per tenerci in attività nonostante le nostre possibilità di spostamento siano, attualmente, soggette a notevoli limitazioni. Paradossale che siano proprio i limiti a farci scoprire le possibilità, ma, come ricorda la saggezza popolare, “la necessità aguzza l’ingegno”.
Curare la psiche
Il corpo ha le proprie esigenze, ma la mente? Come ci prendiamo cura della psiche? Io vi suggerisco di tenere un diario, che vi aiuti ad esprimere le vostre emozioni e a dare voce alle vostre ansie, alleggerendo la mente e il cuore anche dai pensieri più cupi. La scrittura introspettiva può rappresentare una valida risorsa per affrontare i momenti di difficoltà, un momento privato ed esclusivo di benessere personale.
Potrebbe anche essere venuto il momento, dopo averlo rimandato da tempo, di iniziare un percorso psicologico. La psicoterapia on line può rappresentare, anche tra le mura della nostra casa, lo spazio di protezione e di cura che permette di andare oltre il malessere di questi giorni e di portare alla luce risorse inaspettate.
Potremo, quando l’emergenza finirà, ripartire più forti.