Capita nella vita, anche non lo vorremmo mai, di dover lasciar andare qualcuno. Non è facile dire addio, e non siamo mai abbastanza preparati mettere la parola fine a una storia.
Può succedere quando finisce una storia d’amore, oppure quando qualcuno che amiamo sta perdendo la sua battaglia contro una lunga malattia. Ci vuole coraggio ad affrontare una situazione così dolorosa, così tanto coraggio che già solo dirlo fa stringere lo stomaco in una morsa e desiderare di girarsi dall’altra parte.
Se questa sensazione vi è familiare, se avete voglia di leggere un bel libro che vi prenda per mano e vi tenga compagnia, come una carezza, io vi consiglio di leggere “Sette minuti dopo mezzanotte”. E’ un racconto che ci aiuta ad dire cose molto importanti.
La trama
Conor, il protagonista, ha una mamma a cui vuole tanto bene. La mamma è malata da tempo e, anche se non può ancora ammetterlo con sé stesso, Conor sente che, giorno dopo giorno, la mamma sta peggiorando, nonostante le cure.
Ha solo tredici anni e la mamma è tutto per lui; il papà si è fatto una nuova famiglia e non è molto presente nella sua vita. La nonna materna gli appare fredda e distante e ne tollera la presenza in casa solo per amore della mamma, perché sa che la mamma ha bisogno di aiuto e sa, anche se gli costa ammetterlo, che lui e la mamma non possono fare tutto da soli.
A scuola un gruppo di bulli lo prende di mira, sfruttando la sua vulnerabilità, e lo tormenta con cattiveria. La sua amica di infanzia, Lily, lo vuole aiutare, ma lui è tanto, tanto arrabbiato con lei, perché è stata proprio Lily, parlandone agli altri, ad aver rivelato a tutti le gravi condizioni di salute della madre di Conor, che da quel momento si è visto additato da tutti come “quello con la madre malata” e si è isolato sempre di più.
In questo momento così difficile Conor comincia a ricevere una visita inaspettata; il vecchio albero di tasso che si trova davanti la sua casa prende vita e ogni notte, sette minuti dopo mezzanotte, va a trovarlo. Il vecchio albero è minaccioso e terribile, esige di essere ascoltato e non ammette repliche, ma sembra che, in un modo tutto suo, lo voglia aiutare.
È solo un incubo? Oppure è reale? Ciò che conta è che il tasso chiede a Conor di “dire la verità”. Ma di quale verità starà mai parlando?
Le storie dell’albero
Non voglio svelarvi troppo; vi dico solo che il tasso, per aiutare Conor a dire la “sua verità” gli racconta tre storie, tre storie in cui il colpevole non è ma il solo il colpevole, e l’eroe buono non è senza ombre, senza macchia o senza paura, ma ha un lato oscuro.
Non c’è sempre un buono. Come non c’è sempre un cattivo. La maggior parte delle persone è una via di mezzo tra le due cose. Che c’entrano le storie? Le storie aiutano Conor ad affrontare quello di cui ha in assoluto più paura.
Tutte le storie hanno il diritto di essere raccontate, anche quelle che, purtroppo, non finiscono bene.
Patrick Ness
Lasciate che il vecchio albero di tasso racconti anche a voi le sue storie e, forse, scoprirete che può alleggerire un po’ il dispiacere, aiutarvi a dire quello che non riuscite a dire.
Dal libro è stato tratto anche un film. Io ve li consiglio entrambi. Se avete perso qualcuno, se avete fatto la dolorosa esperienza di vedere una persona che tanto amavate andare via. O se, semplicemente, vi piacciono le storie, le storie che fanno bene, anche se non sempre finiscono bene.
Vi state chiedendo a che può servire leggere un libro? Vi aiuta a sentirsi meno soli e ad esprimere i sentimenti che si agitano dentro di noi. Quando tutto sembra farsi troppo difficile non è poco.
Scrivetemi, se volete, per dirmi la vostra storia. Quella che solo voi poi potete raccontare.